I giapponesi lavorano troppo, a dirlo sono i tribunali nipponici, che hanno portato il Paese a classificare i decessi da superlavoro. Una startup locale ha inventato un drone per risolvere il problema.
Il karoshi
In Giappone recentemente si è registrata la morte di due donne a causa degli eccessivi straordinari in ufficio. Questo fenomeno è stato definito “karoshi”. Che i giapponesi lavorino troppo è un fatto noto, ma negli ultimi anni a preoccuparsi sono stati anche i giudici, che hanno dovuto affrontare diverse cause contro le imprese locali. Nei giorni scorsi il tribunale di Tokyo ha condannato l’agenzia pubblicitaria Dentsu al pagamento di 4 mila euro per la violazione dei limiti imposti dalla legge sugli straordinari richiesti ai dipendenti. Le indagini, come cita Il Post, erano iniziate nel 2015, quando un lavoratore dell’impresa si era suicidato.
I giapponesi lavorano troppo dagli anni Ottanta
Il fenomeno non è nuovo nel Paese nipponico, ma dura da oltre trent’anni, anche se negli ultimi tempi c’è stata un’impennata di decessi. La causa principale è lo stress, mentre gli effetti principali sono i suicidi e l’arresto cardiaco, che interviene anche su persone in giovane età. Le autorità locali hanno stabilito che i giapponesi lavorano troppo conducendo un vero e proprio studio. I dipendenti delle aziende dovrebbero lavorare 8 ore al giorno, ma con gli straordinari arrivano a 13, ovvero 5 ore quotidiane in più.
La soluzione
In questo tragico contesto Taisei, impresa attiva nella sicurezza e nella pulizia dei posti di lavoro, ha proposto al mercato un nuovo prodotto per provare ad arginare il problema. Lo strumento messo in atto consiste in un drone che vola sulla testa degli impiegati alla conclusione dell’orario di lavoro, svolgendo un’azione di disturbo. Infatti una volta raggiunto il dipendente, il drone comincia a diffondere Auld Lang Syne, un motivo proveniente dalla tradizione scozzese usato normalmente dai centri commerciali nipponici per indicare ai clienti l’orario di chiusura.
T-Friend
Il drone è stato denominato “T-Frend” ed è dotato di telecamera e di una scheda SD allo scopo di registrare immagini, utili a controllare che i dipendenti non lavorino troppo. Viene fornito alle aziende in affitto, il cui costo ammonta a 450 dollari mensili. L’azienda sta già pensando ad un ulteriore sviluppo dell’apparecchio, consentendo il riconoscimento facciale, così da applicare lo strumento per scopi di sicurezza. Questo nuovo prodotto ha l’obiettivo di ridurre il numero di giapponesi che lavorano troppo e arginare il fenomeno delle morti legate al superlavoro, contro cui si è schierato il governo del Paese asiatico con i suoi tribunali.