I ticket restaurant erogati dal 9 settembre in poi potranno essere spesi in molti più esercizi che in passato. Saranno cumulabili ma non potranno essere ceduti né daranno diritto al resto. Ecco tutte le novità.
Cambia la legge sui buoni pasto
Dal 9 settembre i ticket restaurant sono diventati quasi una moneta che ppotrete usare in ancora più occasioni per pagare prodotti e servizi: dalla spesa al mercato al conto dell’idraulico al pranzo in agriturismo.
Il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico ne ha esteso il campo di utilizzo. Saranno cumulabili ma non se ne potranno usare più di 8 al giorno. Con le nuove regole sarà possibile coprire un importo massimo di circa 40-50 euro alla volta, considerando che ognuno vale 5-6 euro.
Questa misura potrebbe dare un’ottima spinta ai consumi, ma conserva delle questioni irrisolte. La prima è che gli esercenti hanno la facoltà di accettare i buoni pasto, ma non l’obbligo. Le altre riguardano i costi occulti delle commissioni e i lunghi tempi per riscuotere i pagamenti.
Commissioni salate, mercato ridotto
Apprezzati dalla domanda, i ticket restaurant sono lo spauracchio dell’offerta. Mentre l’utente infatti li può utilizzare subito per pagare, l’esercente deve anticipare il costo dei prodotti venduti – dato che non paghi con carta di credito o in contanti – e aspettare che la società che li ha emessi gliene rimborsi il valore. I tempi oscillano tra i 3 e i 6 mesi. Inoltre i buoni sono soggetti a commissioni elevate, variabili dal 13 al 20%, che vengono decurtate dall’importo.
I marchi della grande distribuzione, lavorando su ingenti volumi, possono alleggerire il peso contabile dei ticket restaurant. I piccoli esercenti rischiano invece di esserne stritolati e così spesso preferiscono non accettarli. Per questa scelta, in Italia perdono nel complesso una quota di clientela pari a 2,5 milioni di lavoratori.
Tutte le novità dei ticket restaurant
Da oggi potrete fare acquisti cumulando fino a 8 ticket restaurant al giorno, mentre in passato per legge se ne poteva utilizzare solo uno. Questa misura non sempre è stata rispettata, visti gli scarsi controlli. Ogni buono erogato dal datore di lavoro sostituisce il servizio mensa al quale ogni lavoratore ha diritto, quindi è nominale e non può essere ceduto né rivenduto a terzi. Probabilmente saranno pochi gli esercenti a verificare l’identità di chi lo presenta.
Ne consegue il rischio che potrebbe venire a crearsi una forma di moneta parallela rispetto a quella corrente. Inoltre le aziende potrebbero incentivarla in quanto esentasse e de-contribuita alla fine di un lungo periodo di retribuzioni ferme. Sarà compito degli enti di vigilanza monitorare l’utilizzo dei ticket restaurant ed evitarne gli abusi.