I giovani laureati vincitori del Premio Valeria Solesin hanno avanzato dieci proposte per valorizzare il talento femminile conciliando la carriera professionale e la famiglia.
Valeria Solesin è la giovane vittima del terrorismo che ha perso la vita negli attacchi di Parigi del 2015. La mamma, Luciana Milani, con la collaborazione di Allianz Global Assistance, ha deciso di intitolarle un premio destinato ai laureati con tesi realizzate sul talento femminile. Ai vincitori vengono offerti denaro e opportunità di stage e a valutare gli elaborati c’è un comitato scientifico di accademici.
Il talento femminile e la discriminazione
Durante la cerimonia di premiazione è stata presentata una ricerca che tiene conto delle discussioni sui social network sul tema del talento femminile. La discriminazione tra uomini e donne tiene banco nel 46% dei casi, con una punta del 77% nel mondo dell’arte. Ma l’argomento è ricorrente anche nelle proposte dei giovani. Salvatore Lattanzio, laureato dell’Università Bocconi di Milano incentra la tesi sulla flessibilità dell’orario per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia.
Quote rosa, congedi e incentivi
Secondo un’altra bocconiana, Carola Ghio, bisogna prolungare gli effetti della legge Golfo-Mosca del 2012 per continuare ad aumentare le quote rosa nelle imprese. Intanto Arianna Comizzoli laureata alla Statale di Milano, ha proposto un allungamento dei congedi parentali per sostenere la famiglia. Silvia Scalzotto, laureata all’Università di Padova ha puntato invece sugli incentivi destinati alle imprenditrici, perché spesso non riescono ad accedere ai capitali per avviare il proprio business.
Silvia Macciò, uscita dall’Università di Padova ha basato la sua tesi sulla necessità di interventi volti a sostenere le lavoratrici nel periodo successivo alla maternità, così da facilitare la conciliazione tra casa e lavoro. Secondo Viola Fornasari, laureata all’Università degli Studi di Torino, il talento femminile va riconosciuto dalla meritocrazia, che deve prendere in considerazione il vero valore delle donne nelle imprese. La bocconiana Carolina Gerli punta il dito, con dati alla mano, sulla necessità di promuovere le donne per ridurre la corruzione.
Secondo Federica Masciotra, uscita dall’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara si devono valorizzare le donne manager, consentendo loro di essere nei board delle imprese. Nella stessa direzione va Federica Piccinini, laureata alla Bicocca di Milano, che sostiene l’esigenza di prevedere quote nei CdA aziendali. Infine Elisa Chiergato, laureata all’Università degli Studi di Pisa, propone un aumento di servizi per bambini e anziani, sollevando le donne impegnate a far valere il talento femminile nel lavoro.