Tagli alle pensioni d’oro, chi è a rischio?

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Forse scenderà a 3.700 euro la soglia minima per i tagli alle pensioni d’oro, inizialmente fissata a 4mila. Dal 2019 la scure potrebbe colpire 158mila pensionati in più con tagli dal 10 al 20%.

Tagli alle pensioni d'oro

Tagli alle pensioni d’oro, il Governo abbassa la soglia

Percepiscono stipendi altissimi, talvolta lavorano poco, infine beneficiano di una pensione pari a 3 o più dei vostri stipendi. Ma adesso l’era delle pensioni d’oro sembra proprio finita. È solo questione di dettagli e (ri)calcoli. Il Governo ha deciso infatti di abbassare la soglia minima per intervenire, inizialmente fissata a 4mila euro.

Nessuno sa come verranno effettuati i tagli, quale sarà la loro portata, né come verranno calcolati i nuovi assegni. Il Governo intende però portare avanti la battaglia sui tagli alle pensioni d’oro, sia per questioni di uguaglianza sociale che per reali esigenze economiche dello Stato, con l’obiettivo di utilizzare le finanze (risparmiate) per ulteriori interventi sulla riforma pensionistica.

Oltre 158mila pensionati in più a rischio tagli

Inizialmente il Governo si era proposto di imporre tagli alle pensioni d’oro superiori a 4mila euro mensili. Adesso tale soglia è in fase di revisione e sembra che possa scendere fino a 3.700-3.800 euro. Ancora poco, direte voi. In realtà, questo ritocco minimo, finirebbe per interessare una platea di oltre 158mila pensionati aurei in più.

I professionisti che rischiano maggiormente si trovano un po’ in tutti i settori. Potreste essere coinvolti se siete: medici, dirigenti, diplomatici, finanzieri, prefetti, ingegneri, commercialisti, carabinieri, poliziotti. Sulla questione è intervenuto anche Renato Brunetta. L’onorevole ha sottolineato che le donne e i militari potrebbero essere i più penalizzati dalla riforma, in quanto lasciano mediamente prima il mondo del lavoro e rischiano tagli più consistenti.

Tagli alle pensioni d’oro dal 10 al 20%

I tagli alle pensioni d’oro dovrebbero partire dal 2019 e aggirarsi intorno a una quota variabile dal 10 al 20%. Tra i più strenui sostenitori della riforma, figurano Riccardo Molinari (Lega) e Francesco D’Uva (M5S), capigruppo di maggioranza alla Camera dei Deputati, che ritengono la misura equa e ragionevole, fondamentale dal punto di vista della solidarietà sociale.

Non tutti i colleghi però sono dello stesso parere. “Con un ddl di questo genere si andranno a colpire anche le pensioni di vecchiaia. Un pasticcio da dilettanti insomma. Il risultato finale è che a essere colpiti saranno maggiormente donne e militari. Aspettiamo fiduciosi l’esame di riparazione di settembre per il professor Boeri e i suoi autorevoli discenti” ha commentato Brunetta.

Siete invece professori universitari oppure magistrati? Allora potete tirare un sospiro di sollievo. Restando in servizio fino a età avanzata, dovreste salvarvi dai tagli alle pensioni d’oro, e così tutte le categorie che lavorano a lungo.

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