Sviluppo sostenibile: gli immigrati sono una risorsa per l’agricoltura nelle aree rurali

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Immigrazione in agricoltura: da emergenza a fenomeno di sostenibilità delle aree rurali era il tema – quanto mai attuale in questi giorni – al centro della due giorni di eventi che Cia-Agricoltori Italiani, partner di ASviS, ha curato a Senigallia in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

Oggi – come rilevato dall’Ufficio Studi Cia – gli stranieri impegnati in agricoltura, tra stabili e stagionali, sono già 320mila, di cui 128mila extracomunitari. In sostanza, un’azienda agricola italiana su tre, conta almeno un lavoratore nato all’estero e in molti casi (25mila unità per 6 miliardi versati nelle casse dello Stato), è anche l’amministratore dell’impresa (più di 12mila i titolari d’azienda extracomunitari).

sviluppo sostenibile in agricoltura

Gli immigrati sono una risorsa indispensabile per l’agricoltura, apportano valore in termini di specializzazione e innovazione, ma ancor più garantiscono tenuta e crescita produttiva in un Paese dove il ricambio generazionale nei campi è sotto il 7% e l’età media dei titolari d’azienda italiani supera ai 60 anni, con il rischio concreto di un dimezzamento degli addetti nel settore, entro i prossimi 10 anni.

Il rapporto tra immigrazione e agricoltura, quali elementi di sviluppo sostenibile nelle aree rurali è stato il tema al centro dell’incontro all’interno della Rotonda a Mare, cui è seguita la lectio magistralis su immigrazione e imprenditoria.

Cia-Agricoltori Italiani ha dialogato con le Associazioni ASeS, Cittadinanzattiva e Libera coinvolgendo enti, istituzioni regionali e locali, ma anche realtà impegnate nel campo dell’agricoltura sociale, come l’associazione Capodarco Roma, il Centro Studi e Ricerche IDOS e gli studenti degli istituti scolastici.

Occorre passare velocemente dalle politiche per l’immigrazione a quelle per l’integrazione” ha commentato il vicepresidente Mauro Di Zioaffinché l’emergenza migranti diventi realmente elemento di sviluppo sostenibile soprattutto nelle aree rurali dove, in seguito allo spopolamento da parte dei giovani, gli stranieri rappresentano spesso la parte più dinamica. Ciò tenuto conto anche del fatto che il modello di crescita nel prossimo futuro dovrà essere incentrato su un sistema produttivo efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitivo“.

In tal senso l’Agenda 2030 traccia la principale strada da seguire, con l’agricoltura tra i principali protagonisti. La lotta alla fame e alla povertà, la riduzione delle disuguaglianze, la dignità nel mondo del lavoro e la crescita economica: sono tutti traguardi di sviluppo sostenibile difficilmente raggiungibili senza un’agricoltura altrettanto sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico.

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