Se tuo figlio non vuole lavorare, leggi i consigli su come aiutarlo
Una delle maggiori difficoltà che devono affrontare i genitori è quella di spronare i loro figli, spesso alle prese con la disoccupazione. Non sempre, però, la causa è la scarsità di posti, ma l’assenza di motivazione, la mancata comprensione delle ambizioni personali o semplicemente l’incapacità di cogliere le giuste opportunità. Capite il loro stato d’animo e supportateli. Chi ha competenza in materia spiega come aiutare un figlio che non vuole lavorare con l’adozione di alcuni accorgimenti.
Come aiutare un figlio che non vuole lavorare: cause e soluzioni
In Italia c’è un numero elevato di giovani inoccupati, ovvero di coloro che per vari motivi non studiano e non hanno un impiego. Da un lato l’economia non aiuta, ma dall’altro ci sono ragioni ben più profonde e personali, dipendenti dal contesto sociale in cui sono cresciuti e lo scarso orientamento scolastico. Una delle difficoltà principali è capire quale percorso intraprendere, a cui si aggiunge la mancanza di consapevolezza dei propri talenti. Per evitare che i ragazzi cadano in un limbo perenne, è utile seguire le raccomandazioni degli esperti su come aiutare un figlio che non vuole lavorare.
Il ruolo genitoriale
Il compito di un genitore, in questo caso, è quello di rimuovere le eventuali cause familiari che fanno da ostacolo. I ragazzi hanno bisogno di essere supportati e protetti. Va considerato, però, che l’aiuto economico diventa talvolta un blocco. Meglio accompagnare i giovani ad intraprendere le professioni più adatte, dando loro stimoli e impulsi. Come aiutare un figlio che non vuole lavorare? Agendo in maniera determinata al suo fianco.
Le raccomandazioni degli esperti
Il primo passo da compiere riguarda la valorizzazione delle capacità e attitudini dei ragazzi. Fate leva su passioni e inclinazioni, senza focalizzarvi troppo sull’aspetto salariale. Dialogate apertamente, ascoltate i loro problemi e le idee che hanno, per supportarli nelle scelte. Date ai figli stimoli senza opprimerli, servono opinioni senza l’imposizione. Date ai vostri figlioli una mano a trovare i loro punti di forza e non siate iperprotettivi. Non scontratevi, ma conduceteli con determinazione e serenità nella ricerca di una via d’uscita. In questo modo li renderete più responsabili e desiderosi di conquistare la loro indipendenza anche a livello economico.