Brutte notizie per i nati nel ’99: pensione a 71 anni

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La pensione per i giovani continua ad allontanarsi in Italia. Oggi l’età minima richiesta è di 66 anni e 6 mesi, che diventeranno 66 anni e 7 mesi nel 2018 e 67 tondi dal 2019. Secondo l’Ocse i nati del ’99 dovranno averne più di 71.

pensione per i giovani

La pensione per i giovani del ’99 sarà dopo i 71 anni

Chi è nato nel 1999 potrà percepire la pensione di vecchiaia dopo i 71 anni. Chi ha iniziato a lavorare nel 2016, all’età di appena 20 anni, ci riuscirà solo a 71 anni e 2 mesi. La conferma arriva dall’ultimo report “Panorama sulle Pensioni” elaborato dall’Ocse e pubblicato di recente a Parigi, secondo il quale l’età pensionabile è destinata progressivamente ad aumentare.
A pagarne il prezzo saranno soprattutto le nuove generazioni, già alle prese con le grandi difficoltà lavorative che interessano l’Italia. Oggi è richiesta un’età minima di 66 anni e 6 mesi per percepire gli assegni, che diventeranno 66 anni e 7 mesi dal 2018 e 67 tondi dal 2019. Questo perché l’Istat ha revisionato le aspettative di vita, più lunghe che in passato, che la Legge lega all’età pensionabile.

Pensione per i giovani sempre più lontana anche in Europa

L’aumento dell’età per percepire la pensione non è un caso prettamente italiano, quindi se volete trasferirvi scegliete bene. Nella lista dell’Ocse figurano Paesi dove la situazione è simile, come l’Olanda, se non più critica. Per esempio in Danimarca i lavoratori potranno congedarsi solo a 74 anni. In Finlandia e in Irlanda va meglio, ma l’età pensionabile resta elevata, pari a 68 anni. Negli altri Paesi Ocse è più bassa.
Secondo l’istituto internazionale le spese previdenziali sono in aumento e continueranno a crescere nel breve periodo. Dal 1990 ad oggi hanno avuto un incremento medio del 2,5% del Pil, addirittura superiore al 15% in Italia e in Grecia. Nonostante i dati poco confortanti, si è verificato un miglioramento delle prospettive di lungo periodo ed è diminuito sensibilmente il ritmo di crescita delle spese pensionistiche.

In Italia prioritaria riduzione delle spese pensionistiche

Secondo l’Ocse l’Italia deve attuare delle misure per contenere le spese previdenziali nel breve e medio periodo. Al tempo stesso deve risolvere i problemi di adeguamento della pensione per i giovani in futuro. A differenza dei cittadini, sempre più preoccupati per l’aumento dell’età pensionabile, l’istituto ritiene che debba diventare una priorità del Paese.
L’obiettivo è quello di poter garantire a tutti dei benefici idonei, ma senza minare la sostenibilità finanziaria. Per raggiugerlo, è bene intervenire per migliorare il tasso di occupazione, soprattutto tra le categorie più a rischio come i giovani. La maggiore inclusività del mercato del lavoro farebbe infatti diminuire il tasso di utilizzo della pensione di vecchiaia.

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