Meno incentivi alle famiglie dei lavoratori insicuri

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I lavoratori  insicuri che hanno più paura di perdere il proprio impiego hanno meno probabilità di ricevere incentivi per la famiglia messi a disposizione dalle loro aziende. Lo dimostra lo studio inglese condotto da un’esperta di tematiche legate al lavoro, pubblicato dalla rivista Social policy & administration.

Lavoratori (e incentivi) di prima e di seconda classe

Nel suo studio, intitolato Dualization and the access to occupational family-friendly working-time arrangements across Europe, la dottoressa Heejung Chung è tra le prime a sottolineare le differenze tra i vari paesi europei riguardo la flessibilità lavorativa disponibile per lavoratori qualificati, soprattutto donne, con contratti a tempo indeterminato, e quella per lavoratori meno qualificati con contratti precari e più facilmente rimpiazzabili. Lo studio mette in primo piano le donne con bambini piccoli, essendo la categoria di lavoratori più bisognosa di politiche aziendali per le famiglie.

La percezione dei lavoratori insicuri

Nello studio si analizzano due tipi di politiche: la flessibilità oraria per il proprio impiego e la possibilità di ore libere di permesso per motivi di famiglia. In particolare, i lavoratori meno qualificati o quelli che ritengono che l’azienda non abbia particolari problemi a sostituirli con facilità, non credono di poter chiedere la flessibilità oraria ai loro datori di lavoro, aggiungendo inoltre che spesso le condizioni più favorevoli siano offerte a colleghi più qualificati.

Lavoratori e incentivi: differenze tra Nord e Sud Europa

Come spesso dimostrano le ricerche sul mercato del lavoro, anche nel caso dello studio della dottoressa Chang, sono i lavoratori del Nord Europa ad avere più agevolazioni rispetto ai loro colleghi dell’Europa orientale e meridionale. Il paradosso, però, è che sono proprio i lavoratori del Nord Europa, quindi quelli con politiche aziendali per la famiglia più favorevoli, ad avere un grande divario tra lavoratori sicuri e insicuri di se stessi.

i lavoratori insicuri

 

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