Lavorare due ore in meno alla settimana senza che lo stipendio e la produttività si abbassino. Così ha deciso la Salvagnini, azienda vicentina che opera nel settore della lavorazione di fogli di acciaio e che, d’accordo con i sindacati, ha varato un piano di welfare aziendale per conciliare qualità del lavoro e della vita dei propri dipendenti, metà dei quali operai.
Lavorare due ore in meno, cosa prevede l’accordo
L’accordo tra l’azienda e i sindacati prevede che a regime (tempo previsto, gennaio 2019) tutti i 750 dipendenti della Salvagnini, lavorino 38 ore la settimana invece di 40, per uscire il venerdì alle due del pomeriggio e godersi un weekend lungo senza che il loro stipendio venga intaccato.
Infatti, l’azienda pagherà 75 minuti e i restanti 45 saranno coperti dai lavoratori con i permessi.
Due ore in meno di lavoro con la stessa produttività
La scommessa di mantenere la stessa produttività con due ore di lavoro in meno è sostenuta in primis dai sindacati, che nell’accordo hanno portato avanti temi quali lo smart working, il telelavoro, la flessibilità oraria in entrata, anch’essa prevista dall’accordo, oltre a due giorni in più di permesso per i neo papà e la possibilità per gli impiegati di lavorare da casa due giorni su cinque.
Welfare aziendale, meno lavoro e bonus maternità
Il progetto Salvagnini prevede appunto di andare a regime entro gennaio 2019 e i primi test stanno dando risultati incoraggianti, seppur applicati finora in una minima parte dell’azienda e in settori meno complicati. Si vedrà.
Poco tempo fa, è stata la volta del bonus maternità di 50mila euro che il presidente di Euronterim Italia, agenzia per il lavoro con sede principale a Padova, ha deciso di assegnare ai propri dipendenti in attesa di un figlio, siano essi future mamme o futuri papà. Sembra quindi che il Veneto stia diventando una regione particolarmente attenta a iniziative di welfare aziendale, a volte anche contro corrente.