Italia: settimana corta dove si lavora di meno e da casa

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Nel futuro prossimo potreste essere assunti full time ma con più tempo libero a disposizione. Settimana corta in Italia: in una società controllata si lavora meno ore (e da casa).

 

 

Modifiche della legislazione in arrivo

Il Governo sta aprendo la strada a una normativa attesa a lungo dalle organizzazioni sindacali, che potrebbe accontentare anche i datori di lavoro. Si tratta della riduzione delle ore complessive su base settimanale per quanto concerne i contratti a tempo pieno.
La possibilità di calcolare la prestazione professionale sulla base di 4 giorni anziché 7, tuttavia, non è una novità dell’ultim’ora. La settimana corta in Italia è già realtà in una società a partecipazione pubblica: nel gruppo Sace si lavora meno ore e da casa. L’impresa opera in ambito assicurativo e fa riferimento diretto a “Cassa Depositi e Prestiti”, ovvero l’attività che si propone per sostenere il tessuto produttivo nazionale.
La sperimentazione è vista di buon occhio dal Ministero dell’Economia e potrebbe diventare legge.

 

 

Settimana corta in Italia: l’esempio della società “pubblica” Sace

In cosa consiste la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro? L’Amministratrice Delegata del gruppo Sace si chiama Alessandra Ricci e ha rilasciato interviste dove ha spiegato con chiarezza “Insieme 2025”, il nuovo piano industriale che punta a una trasformazione radicale.
La base concettuale è la responsabilizzazione del personale da cui scaturisce la reciproca fiducia con la dirigenza, nell’ottica di sviluppare un forte sentimento di appartenenza.
L’Amministratrice, parlando di “Flex4Future”, così è stato ribattezzato il programma, si è spinta ad auspicare l’addio al classico cartellino. L’orario totale della settimana dovrebbe essere fissato a 36 ore, con l’opportunità per i lavoratori di scegliere i riposi.
Proprio per dar seguito alla flessibilità, potrebbero esserci momenti in cui l’azienda chiederà un prolungamento della prestazione settimanale fino ai tradizionali 5 giorni. L’ultimo aspetto è lo smart working, permettendo alle maestranze di gestire il lavoro da casa.

 

 

Dalla sperimentazione alle prospettive di miglioramento

La settimana corta in Italia, in questa società “pubblica”, dunque, prevede che si lavori meno ore e da casa. Il vantaggio principale dovrebbe essere l’incremento della produttività.
Anziché cadere nella spirale negativa del cosiddetto workaholism , l’idea di staccare la spina diventerà centrale nella percezione del benessere lavorativo.
Gianfranco Chimirri, dirigente di Sace, sostiene che oltre la metà dei dipendenti abbia già palesato il proprio interesse per la sperimentazione.
L’azienda, secondo le indagini eseguite finora, diventerebbe maggiormente attrattiva per i potenziali candidati. E voi, lavorereste volentieri 4 giorni alla settimana invece di 7, con l’obiettivo di rendere di più, adottare soluzioni smart ed essere più rilassati?