L’Industria 4.0 continua a crescere e ad attirare investimenti milionari spingendo il mondo industriale verso la digitalizzazione. Secondo lo studio della Markets&Markets raggiungerà il valore di 152,31 miliardi di dollari entro il 2022. Ecco come rivoluzionerà il lavoro.
Cosa si intende per Industria 4.0
Per Industria 4.0 si intende un modello innovativo di produzione e gestione aziendale caratterizzato, secondo la definizione del Mise, da elementi di connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti real-time.
Si avvale cioè di macchine connesse al web per analizzare le informazioni disponibili in rete, così da gestire il ciclo produttivo in maniera più flessibile ed efficiente. Le tecnologie di punta vanno dai robot alle stampanti 3D. Il termine originario, il tedesco industrie 4.0, è stato usato per la prima volta all’Hannover Messe, fiera delle tecnologie industriali. La Germania è tra i Paesi più all’avanguardia del processo che coinvolge grandi imprese, startup e università.
La quarta rivoluzione industriale si sta diffondendo in Europa grazie a numerosi progetti che mirano alla digitalizzazione delle imprese, in gran parte attraverso l’offerta di finanziamenti e incentivi fiscali. L’Italia non fa eccezione, tanto che il nuovo Piano Nazionale Industria 4.0 è già partito e punta a muovere 90 miliardi di euro per investimenti privati entro i prossimi 3 anni, di cui 2,6 early stage e 11,3 in Ricerca&Sviluppo.
Si tratta di un obiettivo ambizioso, visto che nel 2016 sono stati investiti soltanto 202 milioni di euro. Inoltre sarà la nuova Mecca dei laureati altamente specializzati che vogliono lavorare nel settore.
Quali saranno le prospettive occupazionali dell’Industria 4.0?
Molti temono il rischio della robotizzazione dei lavori, che potrebbe portare alla cancellazione di 5 milioni di posti, secondo le stime del World Economy Forum. Nel rapporto della Commissione Lavoro del Senato, Impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale, lo scenario è meno drammatico: solo il 10% dei lavoratori rischia la sostituzione, mentre il 44% dovrà adattare le proprie competenze.
Infatti bisogna stare attenti a non identificare l’automatizzazione con l’Industria 4.0. Domani lavoreranno molti robot, ma serviranno anche uomini in grado di dialogare e interagire con loro.
L’impatto dell’Industria 4.0 sul mercato del lavoro
Un altro problema è sapere quali lavori genererà l’Industria 4.0. Secondo lo studio di The European House-Ambrosetti, condotto per Adp Italia, entro il 2020 saranno creati 135mila posti nell’Itc (+300% rispetto al 2015), ma non tutti riguarderanno il nuovo modello.
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