ECCO LE TIPICHE DOMANDE DISCRIMINATORIE POSTE DURANTE UN COLLOQUIO DI LAVORO

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Ottenere un colloquio di lavoro sembra essere sempre più complicato ma, anche se molte volte è difficile credere che prima o poi troveremo l’offerta di impiego che fa per noi, dobbiamo essere pronti ad affrontare un colloquio nella maniera migliore.

Anche se sembra che le cose stiano cambiando, sono ancora molti i casi in cui vengono poste domande discriminatorie durante i colloqui di lavoro. Ricordati che se capita anche a te, non sei obbligato a rispondere a domande relative alla tua vita privata ed al tuo orientamento sessuale. La cosa migliore è rispondere, in maniera educata, che si tratta di un’informazione di carattere personale e non ha a che fare con l’ambito lavorativo.

Le domande discriminatorie più frequenti durante un colloquio di lavoro hanno a che fare con la maternità e lo stato civile della donna. Alcuni intervistatori non si fanno problemi nel formularle direttamente con domande che non sono contemplate durante un colloquio, come ‘sei sposata?’, ‘hai figli?’, ‘pensi di farti una famiglia?’, anche se normalmente chi si occupa di risorse umane sa che può ottenere le risposte che desidera anche ponendo domande meno dirette come ‘quali sono le tue aspirazioni nella vita oltre al lavoro?’, ‘come ti vedi tra 5 anni?’.

Questo tipo di domande, poste durante un colloquio di lavoro, specialmente se poste in maniera diretta, sono fuori luogo e denotano una chiara discriminazione nei confronti delle donne.

Ci sono altre domande frequenti durante i colloquio che, a prima vista, sembrano normali ma possono nascondere un’intenzione malevola se poste ad una ragazza o ad una donna in età fertile. Per esempio le domande relative alla disponibilità a viaggiare o ad un trasferimento, anche se in questi casi è difficile capire fino a che punto la domanda sia discriminatoria.