In un’era in cui abbondano i richiami retorici alle “pari opportunità”, il mercato del lavoro risulta ancora fortemente sbilanciato. Testimone è l’inclinazione degli HR uomini ad assumere candidati del loro stesso sesso. Vediamo qual è la ragione alla base di questa tendenza.
Un mito da sfatare
Contrariamente alle credenze, la propensione di un recruiter maschio ad inserire nel panorama aziendale un rappresentante del “sesso forte” non è (solo) dovuta a retrogradi pregiudizi nei confronti del genere femminile. Il mercato del lavoro si è gradualmente evoluto e l’eventualità che una donna rimanga incinta non è più un fattore determinante a integrarla con minore frequenza nel gruppo di lavoro. Lo dimostra una ricerca condotta da Katherine B. Coffman e Christine L. Exley dell’Università di Harvard, che ha gettato luce su un motivo forse più sottile che sta alla base del fenomeno.
Una questione di genere?
“Is Gender Discrimination About Gender?”. Questo il titolo dello studio incentrato sulle dinamiche del mercato del lavoro e sul “trend” dei responsabili HR a prediligere dipendenti di sesso maschile. Ci si chiede se l’assunzione di un uomo da parte di un uomo sia davvero una questione di discriminazione del genere altrui. È emerso che gli uomini non valutano le donne meno capaci dei candidati maschi e che anche quando esse dimostrano di saper tenere loro testa vengono egualmente scartate. Si può affermare quindi con alto grado di probabilità che a rilevare non è l’appartenenza al genere femminile in quanto tale.
Selezionatori del personale allo specchio
La spiegazione è che gli HR (in Italia soprattutto uomini) tendono a (voler) rivedere loro stessi nelle persone che si accingono a reclutare e a ritenere che solo un soggetto con le loro medesime attitudini possa soddisfare le richieste e massimizzare i profitti dell’azienda. La questione ha quindi più a che fare con la maggiore o minore capacità del recruiter ad immedesimarsi nella persona che ha davanti e a visualizzarla concretamente sul proprio posto di lavoro.
Sintonie uomo-uomo e donna-donna
Dimentichiamo gli stereotipi che vedono un datore di lavoro assolutamente prevenuto nei confronti di una persona per il fatto che appartiene al cosiddetto “sesso debole”. Non conta il genere, ma la sintonia, quel senso di cameratismo spontaneo che si instaura tra due uomini, per la comunanza dei loro atteggiamenti e delle loro prospettive.
La prova è che nel medesimo mercato del lavoro la tendenza delle donne è perfettamente simmetrica: una responsabile HR entra più facilmente in empatia con un’altra donna, con cui instaura un’intesa più istantanea.
Alla ricerca dell’obiettività
Si può spezzare una lancia a giustificazione di queste tendenze, che spesso sono dettate da schemi di pensiero totalmente inconsapevoli per chi li applica. Se il lato umano è rilevante, il responsabile della selezione del personale deve però assumere un punto di vista imparziale, non attribuendo eccessivo peso ai punti di incontro tra lui e la sua controparte, ma valutando obiettivamente le sue competenze.