Creare un CV di fallimenti ha i suoi benefici
Forse il nome di Johannes Jaushofer non vi dirà nulla. Ma questo professore di Psicologia presso la prestigiosa Università di Princeton, negli Stati Uniti, è diventato famoso per essere un pioniere nel mondo dei CV.
E se per caso vi state chiedendo quale tipo di innovazione può aver portato in questo campo, vi diremo che Haushofer ha dato vita al primo curriculum di fallimenti.
1 – In cosa consiste?
Si tratta di un documento che non sostituisce il CV convenzionale ma lo completa, dato che, di fatto, si tratta di un documento allegato al proprio CV e che riassume tutta una serie di mansioni che non abbiamo portato a termine con successo, insieme a tutte le occasioni in cui siamo stati scartati.
2 – Le motivazioni
È stato Haushofer stesso a spiegare il motivo della sua iniziativa e, ovviamente, le sue argomentazioni chiariscono il tutto. ‘La maggior parte delle cose che cerco di fare non hanno un seguito ma, solitamente, questi fallimenti non si vedono, mentre sono sempre ben evidenti i miei successi. Mi sono reso conto che questo aspetto può far credere agli altri che a me tutto va per il verso giusto. La conseguenza, in caso di fallimento, siamo soliti dare la colpa a noi stessi, senza considerare che il mondo è un luogo relativo, che gli eventi sono imprevedibili e che i selezionatori o i giudici hanno, anche loro, giorni ‘no’. Il CV dei fallimenti è un tentativo di riequilibrare il mio vissuto e dare alla mia vita lavorativa una nuova prospettiva’.
3 – Iniziativa virale
Secondo Haushofer, non è la prima volta che viene proposto un CV dei fallimenti. Ma in questo caso la proposta è diventata virale, soprattutto nei paesi di lingua inglese. E non solo è diventato virale il suo CV ma l’iniziativa stessa, dato che molti utenti dei social hanno deciso di redigere il proprio, pubblicandolo on line. Il ritorno è stato tale che il professore ha dichiarato che si tratta dell’azione che ha avuto più ripercussioni in tutta la sua carriera.
4 – È meglio avere un CV dei fallimenti ampio?
Tutto sembra indicare che più fallimenti riporta questo particolare CV, meglio è. E la spiegazione è semplice: se sono pochi, significa che non ti sei sforzato. Se invece sono davvero tanti, potresti avere un atteggiamento errato o puntare troppo in alto. Gli esperti segnalano che la proporzione corretta tra fallimenti e successi dovrebbe essere di 4 a 1.
5 – Dalla meritocrazia alla ‘onestocrazia’
Il CV dei fallimenti offre una nuova visione nel momento in cui si cerca un impiego. Prima ci si basava solamente sui meriti del candidato ma ora, con l’innovazione inserita dallo psicologo di Princeton, si dà valore anche all’onestà. Si tratta di aprire a porta alla verità, senza veli. Invece di presentarsi come un’entità perfetta, il candidato rivela se stesso, con tutti i suoi difetti.