All’inizio di marzo Confindustria e sindacati hanno firmato un’intesa che prevede alcuni cambiamenti per i contratti di lavoro nazionali. Ci sono buone notizie anche per quanto riguarda il monte salari che prevederanno un adeguamento delle retribuzioni al costo della vita.
L’accordo raggiunto dagli industriali insieme a Cgil, Cisl e Uil stabilisce un nuovo modello per i contratti di lavoro nazionali. Ci sono alcune conferme, come quella relativa ai livelli di contrattazione su base nazionale e territoriale, ma ci sono anche alcune novità molto importanti.
I firmatari, dopo mesi di confronto, hanno messo a punto un nuovo sistema di adeguamento degli stipendi al costo della vita. Il meccanismo prevede tra l’altro l’introduzione di un Trattamento economico minimo (TEM) e di un Trattamento economico complessivo (TEC).
I livelli contrattuali previsti dai contratti di lavoro
La contrattazione tra le parti continuerà a svolgersi sul livello nazionale e su quello aziendale o territoriale. L’intesa prevede l’impegno da parte delle aziende, nell’ambito della crescita produttiva, a migliorare le condizioni dei trattamenti economici e a valorizzare le competenze e le abilità delle persone impiegate.
I contratti di lavoro nazionali avranno il compito di regolare i rapporti tra le imprese e i lavoratori di un determinato settore in tutto il Paese, assicurando il rispetto dei parametri stabiliti circa il trattamento economico.
Infatti verranno individuati in sede contrattuale i valori del TEM e del TEC. Se operate al di fuori dei contratti nazionali potrete affidarvi agli accordi territoriali.
I contratti di lavoro collettivi nazionali definiranno i livelli salariali comuni a tutti i lavoratori indipendentemente dagli specifici accordi, che potranno aumentare gli importi. All’interno degli articolati troverete anche la durata e la causa di tali trattamenti economici, con l’individuazione di eventuali effetti in sommatoria tra i diversi livelli contrattuali.
Infatti in sede territoriale ci potranno essere ulteriori incentivi volti al riconoscimento di particolari condizioni, tenendo presenti gli obiettivi di crescita, la qualità, l’efficienza e la redditività.
Vi interesserà particolarmente sapere che i minimi tabellari varieranno all’interno dei singoli contratti di lavoro collettivi nazionali in funzione degli scostamenti registrati nel tempo in relazione all’indice dei prezzi al consumo.
Si prenderanno come riferimento i calcoli diffusi dall’Istat e si adatteranno ai vari settori in ragione dei processi di trasformazione o di innovazione organizzativa. I firmatari hanno pensato a un sistema di certificazione per misurare la rappresentatività per le imprese, come avviene per i sindacati.
In questo modo si eviteranno i contratti di lavoro siglati sotto la soglia dei minimi previsti dagli articolati nazionali.