CHE SUCCEDEREBBE SE CI FOSSERO LE DOCCE IN UFFICIO?

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In Italia ancora non si è esteso in modo massiccio l’uso della bicicletta per andare al lavoro. Tra le varie ragioni, perché, più che biciclette, manca il lavoro. Anche se negli ultimi anni abbiamo fatto progressi in questo senso – nell’uso della bicicletta, non nel problema del lavoro – siamo ancora lontani rispetto ad altri paesi europei, dove la bicicletta è un mezzo di trasporto abituale per andare al lavoro.

Se ci chiediamo il perché, potremmo dire che quest’abitudine non è insita nella nostra cultura, o che nelle città mancano infrastrutture adeguate che permettano la circolazione in bicicletta in sicurezza. Ma non sono le uniche ragioni. Dobbiamo anche pensare a noi stessi e riconoscere che non tutti saremmo disposti a rinunciare alla comodità di andare al lavoro in auto, in moto o coi mezzi pubblici.

Usare la bicicletta come mezzo di trasporto per andare al lavoro presuppone (per chi già lo fa) o presupporrebbe (per chi lo farebbe) un beneficio per il traffico cittadino e, cosa più importante, per la nostra salute, perché faremmo esercizio quasi tutti i giorni. Ma provoca (o provocherebbe) anche una situazione di scomodità per chi usa la bicicletta, che arriva (o arriverebbe) sudato al lavoro, creando quindi disagio anche per i colleghi.

Useremmo di più la bicicletta per andare al lavoro se ci fossero le docce in ufficio? Secondo la relazione presentata da Arval, la compagnia di mobilità aziendale di BNP Paribas, sì. Fino al 20% dei conducenti sarebbe disposto a spostarsi in bici se, oltre ad avere le necessarie garanzie di sicurezza, trovasse docce e spogliatoi al lavoro.

Secondo questo studio, nelle grandi città il 45% degli spostamenti per lavoro si fa in auto e il 66% degli intervistati non ipotizza neppure l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per andare al lavoro. A Madrid, ad esempio, secondo l’Osservatorio della Mobilità Metropolitana il 12% dei lavoratori usa abitualmente la bicicletta per andare al lavoro.