Ceto medio addio! Ecco cosa svelano i dati Nielsen
Ceto medio addio? Lo rivelano alcuni indicatori economici pratici. A quanto pare, infatti, il carrello della spesa vale più di molti studi sociali ed economici perché è in grado di raccontare non solo quale sia lo stato dei consumi alimentari ma quale sia in generale la condizione economica in cui versano le famiglie italiane.
Una società divisa in due: scompare il ceto medio
Sì potrebbe dire che la crisi faccia diventare più ricchi i benestanti e più poveri i ceti disagiati. Ma se ci si limitasse a questo, non si comprenderebbe comunque l’altra faccia di questa medaglia.
Ovvero che quel ceto medio che da sempre è simbolo della fascia più ampia della società sta scomparendo o per certi versi è già fuori dai radar statistici. Sembrerà strano ma a dire tutto questo è Nielsen grazie a quanto emerge andando a curiosare nei sacchetti della spesa degli italiani.
A dire che scompare il ceto medio è proprio la spesa al supermercato. Quello che si nota è infatti lo spostamento verso fasce di qualità più elevate. Questo significa l’aumento della domanda di cibi qualitativamente più elaborati ma contemporaneamente rispondenti a criteri che tutelino e promuovano salute e benessere.
Non c’è più quindi soltanto una volontà di mettere in tavola piatti costosi ma la necessità di ricercare cibi che siano in grado di contribuire al proprio benessere quotidiano.
Alla tendenza che vede in netta crescita il consumo di cibi e bevande di pregio fa da contraltare l’aumento di prodotti di primo prezzo ovvero di generi alimentari molto economici. A dirci che scompare il ceto medio dunque, non è solo la presenza di più qualità negli scaffali dei supermercati ma al contrario c’è l’emergere sempre più forte dell’esigenza di poter fare la spesa risparmiando.
Qualità e risparmio due target da soddisfare
Dietro le ovvie conclusioni a cui è giunta Nielsen studiando il comportamento dei consumatori italiani – già oggetto di numerose ricerche – c’è anche un risvolto commerciale non indifferente. Chi è chiamato a soddisfare questa duplice esigenza infatti, sono l’industria alimentare e i canali distribuivi che devono essere in grado di intercettare contemporaneamente una richiesta proveniente da target differenti e distanti fra loro.
Da un lato infatti c’è una fetta non trascurabile della società che è in grado di mantenere standard di spesa elevati e che risulta essere molto appetibile in termini di profitto. Dall’altra ci sono fasce di popolazione invece che, pur avendo disponibilità di reddito minore, sono comunque in grado di garantire ricavi duraturi nel tempo.
Quali scenari per il futuro?
Se è vero che il ceto medio scompare è altrettanto vero che l’obiettivo di chi produce e vende la spesa agli italiani punta a far salire nella fascia alta dei consumi una parte di popolazione.
In particolare l’ambizioso obiettivo è quello di far transitare quella fetta di acquirenti – definiti Silver dallo studio Nielsen – verso le fila dei consumatori più appetibili da manifacturer e retailer: ovvero i cosiddetti Golden, in genere soggetti con capacità di reddito superiore e orientati sempre verso prodotti di livello qualitativo e di prezzo alto.