Avete mai pensato a portarvi dietro il cane in azienda durante il turno di lavoro? Negli USA un’impresa su cinque ha già adottato la filosofia pet friendly.
Portare il cane in azienda significa lavorare più serenamente
Chi possiede un cane sa benissimo quanto stress provochi il momento del distacco al mattino. Accompagnate il cagnolino fuori per i bisogni fisiologici e lo fate rientrare. Poi vi mettete la giacca e dovete lasciarlo lì da solo. L’animale si accorge subito che ve ne state andando, abbassa le orecchie in segno di sconforto e anche voi ci rimanete male.
Però non potete fare altrimenti perché il posto di lavoro vi aspetta. Portare il cane in azienda, per le statistiche, sarebbe perfino più importante di usufruire dall’auto aziendale. Ipsos ha condotto una ricerca in 8 Stati diversi tra i quali c’è anche l’Italia.
Portare il cane in azienda è stata la richiesta che si è posizionata terza nella classifica delle esigenze riferite dai dipendenti. La flessibilità e l’agibilità lavorativa restano i primi bisogni ma la cura del proprio animale domestico è altrettanto importante.
Il cane in azienda e l’esperimento di Purina
Purina è una nota azienda che appartiene al celebre gruppo Nestlè, multinazionale conosciuta in tutto il mondo. L’esperimento che è stato portato avanti ha riguardato proprio la possibilità per i lavoratori di portare il cane in azienda. Un piano intero della ditta è stato dichiarato completamente pet friendly, ovvero amico degli animali.
Qui i cani possono scorrazzare liberamente e c’è perfino un’area attrezzata che è dedicata al cibo. Addirittura i cani possono essere lavati e risistemati dopo una passeggiata, magari in un giorno di pioggia quando si sporcano il pelo e necessitano di una pulizia approfondita.
Il direttore generale di Purina per il Sud Europa Marco Travaglia ha rilasciato un’intervista a Il Corriere argomentando in merito alla decisione di procedere con la stravagante indagine.
Travaglia ha ribadito che si tratta a tutti gli effetti di welfare, poiché i dipendenti si sentono a proprio agio, senza il pensiero assillante per il proprio cane lasciato da solo ad aspettare a casa. Ovviamente ci sono anche le regole e bisogna dimostrare di aver fatto tutte le vaccinazioni e di aver educato il cane a stare con gli altri animali e con gli altri esseri umani senza creare pericoli.
L’iniziativa è stata coadiuvata dall’Università di Milano e da numerosi veterinari. L’obiettivo del futuro prossimo, ha detto Travaglia, è di portare l’esempio in almeno 200 aziende. Negli USA un’impresa su cinque è già pet friendly.