Il burnout, ossia una sindrome da esaurimento emotivo, si sta sempre più espandendo nel mondo del lavoro a causa dell’iper-connessione, che non ci fa mai andare in pausa con il lavoro perché sempre connessi a mail e chat anche se a casa o in vacanza.
Il rischio del burnout è la rottura dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, con conseguenti stress per manager e lavoratori in genere.
Sindrome da burnout, i sintomi
In un recente numero di Hays Journal sono elencati i sintomi della sindrome da burnout, sia fisici che psicofisici: eccesso di cinismo al lavoro, scarsa energia e insufficiente produttività, insoddisfazione nel raggiungimento degli obiettivi, svogliatezza, cambiamenti nelle abitudini del sonno e nel desiderio dell’appetito, dolori fisici quali come mal di testa e mal di schiena.
Sindrome da burnout, gli accorgimenti
Gli esperti di Hays hanno anche elencato una serie di accorgimenti che i manager dovrebbero adottare per contrastare la sindrome da burnout. Alcuni, in realtà, paiono semplici regole di buonsenso, che però spesso non sono applicate, per esempio: responsabilizzare i collaboratori sull’importanza della qualità dell’impegno rispetto alla quantità di ore lavorate, valutare l’inserimento di persone nuove se nel gruppo ci sono troppe ore di straordinario, assicurare un giusto periodo di ferie ai collaboratori, stabilire con chiarezza la fascia oraria dei lavoratori in smart working e così via.
Le mail, come arginarle
Per scongiurare una sindrome da burnout, uno degli accorgimenti più consigliati da Hays è l’adozione di una policy no mail al di fuori degli orari di lavoro standard. Come noto, ci sono casi famosi di policy no mail come per esempio in Volkswagen, o iniziative più strutturate come in Francia, Paese da sempre attento alle implicazioni che le comunicazioni digitali possono avere sull’individuo.
Le aziende francesi con più di 50 dipendenti devono compilare un documento che indichi le ore in cui il personale non dovrebbe inviare email o rispondere a messaggi via email.