Aumento età pensionabile: ecco i lavori gravosi esentati 

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Finalmente una buona notizia per i 14.600 lavoratori e lavoratrici occupati in attività appartenenti alle 15 categorie di lavoro che il Governo, su sollecitazione dei sindacati, ha deciso di annoverare fra i cosiddetti “lavori gravosi”, cioè particolarmente usuranti.

 

Il provvedimento a cui i lavoratori in questione sono “scampati” è quello che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile per tutti a 67 anni, ossia cinque mesi in più della normativa attuale e che, secondo il nuovo piano pensionistico inserito nella Legge di Bilancio 2018, entrerà in vigore dal 2019.

La deroga è all’oggetto dell’emendamento presentato dal Governo in Commissione Senato. Esso comporterà un impegno di spesa per le casse dello Stato di 385 milioni di euro suddivisi in 4 anni.

L’approvazione dell’emendamento in Commissione Bilancio del Senato determina anche il cambiamento del cosiddetto meccanismo di “adeguamento alla speranza di vita”. Infatti a decorrere dal 2021 esso sarà calcolato su un media di 2 anni, tenendo in debito conto l’oscillazione dei picchi, sia verso il basso che verso l’alto.

Si avrà inoltre l’equiparazione dei tributi della previdenza complementare dei dipendenti pubblici a quella dei dipendenti di aziende private, e questo avrà effetti tanto sui contributi quanto sulle prestazioni erogate. Dalla relazione tecnica si evince che la novità potrebbe incentivare le adesioni le quali dovrebbero arrivare altoccare punte del 14% nell’anno 2027 diversamente da quanto stimato, cioè dell’8%. I nuovi assunti dal 2019 potranno aderire grazie al principio del silenzio-assenso. Si ipotizza una percentuale di adesione che può arrivare al 25%.

In sintesi, l’insieme di queste misure potrebbe comportare un tasso di adesione pari al 20% entro l’anno 2027, per cui gli effetti negativi del provvedimento nel corso dei prossimi 10 anni potrebbero risultare di oltre 134 milioni di euro per ogni anno.

Durante il primo anno, cioè nel 2019, gli addetti ai lavori gravosi delle 11 categorie individuate per l’Ape Social esentati saranno 3.700 , ad essi si vanno ad aggiungere i 2.200 appartenenti alle 4 categorie aggiuntive e gli oltre 800 lavoratori che hanno svolto attività usuranti per quanto concerne la pensione di vecchiaia, per cui in totale essi saranno 6.700. Il riconoscimento del diritto alla pensione anticipata di età pari a 66 anni e 7 mesi coinvolgerà invece 5.700 lavoratori gravosi e ad essi vanno ad aggiungersene altri 1.600 appartenenti alle nuove categorie e 600 usuranti, per cui il totale complessivo sarà pari a 7.900 unità. Questo provvedimento va a soddisfare le legittime e sempre più sollecitate istanze dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano, sia uomini che donne , ed è un vero, importante segno di sensibilità verso i cittadini da parte delle istituzioni.