Assunzioni nel pubblico impiego, ecco cosa cambia con la riforma dei concorsi

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Cambiamenti in arrivo per le assunzioni nel pubblico impiego. Le nuove linee guida prevedono concorsi unici, un portale nazionale e albi di commissari da selezionare mediante sorteggio. Trionferanno la semplificazione e il merito?

assunzioni nel pubblico impiego

Le linee guida per le assunzioni nel pubblico impiego

Prove errate, truccate, caotiche, dai tempi biblici, a cui si sottopongono migliaia di candidati per un esiguo numero di posti. Quando in Italia si parla di concorsi pubblici forse sono queste le prime cose che vi vengono in mente. Adesso, però, qualcosa potrebbe davvero cambiare in meglio. Dopo l’ok della Conferenza Unificata, manca solo quello della Corte dei Conti per dare il via libera alle nuove Linee Guida che disciplineranno le assunzioni nel pubblico impiego.

Pubblicate di recente con la direttiva 3/2018, dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, prevedono tra le novità: l’obbligo per le amministrazioni statali e l’invito per quelle non statali (regionali e locali) di indire concorsi unici; l’adesione a un portale nazionale; la creazione di albi di commissari che saranno selezionati con un sorteggio.

Amministrazioni statali obbligate ai concorsi unici

In futuro le assunzioni nel pubblico impiego saranno disciplinate da concorsi unici, a cui dovranno obbligatoriamente ricorrere le amministrazioni statali. Saranno indetti dalla Funzione Pubblica, che annovera tra le sue forze la Commissione Ripam e l’associazione Formez Pa.

Per ora sono stati solo consigliati a quelle non statali per reclutare il personale in maniera più compatta. Verso questo fine converge anche l’invito a strutturare in forma unificata le diverse fasi di ogni concorso, sin dalla preselezione.

Le nuove linee guida impongono alle amministrazioni statali, e suggeriscono a quelle non statali, anche di entrare a far parte di un Portale nazionale di reclutamento, che dovrà contenere tutti i dati relativi alle procedure concorsuali passate, presenti e future. Inoltre invitano a tenere in considerazione le professionalità dei partecipanti, anche alla luce del possesso nella schiera di candidati, per evitare che il loro numero si riduca troppo.

Meno discriminazioni, ma più titoli e competenze pratiche

Se avete una laurea e puntate alle prossime assunzioni nel pubblico impiego, presto potrebbe non bastarvi. Alcuni dei prossimi concorsi pubblici – per dirigenti e non solo – potrebbero richiedere il possesso di un dottorato di ricerca o valorizzarlo nel punteggio.

I titoli culturali dovranno essere bilanciati con quelli di servizio, privilegiando gli ex dipendenti della PA, senza però discriminare i candidati giovani e gli esterni.

Le prove misureranno anche le vostre conoscenze pratiche e la capacità di problem solving. Sin dalle preselezioni, verrete selezionati in base al merito, alle capacità professionali e operative possedute. A valutarvi ci penseranno dei commissari sorteggiati da un apposito albo e non più nominati dall’alto.

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