Avete mai avuto il desiderio di aprire un agriturismo in Toscana? Certamente negli ultimi anni, nell’immaginario collettivo, l’attività di gestione di un agriturismo – per quanto impegnativa e faticosa – ha sollevato molto interesse, complice anche la crisi economica che ha messo molte persone di fronte a nuove sfide lavorative.
Gli agriturismi, infatti, sono attività legate al territorio e alla tradizione e non passano mai di moda; sono quasi sempre strutture a conduzione familiare e uniscono la semplicità e la genuinità della cucina con il paesaggio ameno e rilassante.
Se questo è il vostro desiderio, come fare per aprire un agriturismo in Toscana? Quali sono i passi da compiere per passare dall’idea all’azione.
Scelta della località dove aprire un agriturismo in Toscana
La Toscana è una terra ricca di paesaggi bucolici, dove il terreno si presta alle coltivazioni di tutti gli ortaggi e dove non mancano mai uliveti già produttivi e squisiti vigneti. Un esempio è Montepulciano, dalle cui vigne si ricava l’omonimo vino noto in tutto il mondo, oppure San Casciano Val di Pesa, famosa per l’ottimo Chianti.
Moduli e documenti da presentare
Per aprire un agriturismo in Toscana è necessario in primo luogo aprire un fascicolo aziendale al CAA (Centro Autorizzato di Assistenza in Agricoltura) di modo che possa essere creata l’Unità Produttiva Integrata di Reddito (l’UPI).
Inoltre vanno compilate la Dichiarazione Unica Aziendale, allegando come autocertificazione la Relazione Agrituristica, e la DIA (Dichiarazione di Inizio Attività). Con la presentazione di quest’ultima possono partire i lavori e si può festeggiare l’inizio dell’attività.
I lavori di restauro
Secondo le normative vigenti in Toscana per quanto riguarda gli agriturismi, non possono essere costruiti nuovi edifici e i lavori di restauro di quelli già esistenti vanno fatti utilizzando i materiali tipici e non modificando l’aspetto e l’assetto caratteristico del luogo. Non possono essere quindi aggiunti elementi artistici o architettonici diversi da quelli storicamente appartenuti alla regione.
La normativa igienico-sanitaria
L’attività di agriturismo è soggetta a norme igieniche e sanitarie particolari. In primo luogo i posti in tavola possono essere massimo 12 e la cucina deve rispettare quelli che sono i requisiti per abitazione civile.
Per poter servire alimenti è necessario essere qualificati come Imprenditori Agricoli Professionali con regolare iscrizione all’Anagrafe della regione, oppure un diploma o una laurea nel settore agrario/forestale o comunque attinente all’alimentazione e alla somministrazione di cibo e bevande.
In alternativa chi apre un’attività di ristorazione o di accoglienza come questa deve aver superato il corso di operatore agrituristico o quello di somministrazione di alimenti e bevande, oppure aver già lavorato in passato come somministratore, sia in proprio che come socio o dipendente.
Cosa si può portare in tavola
In un agriturismo possono essere serviti esclusivamente cibi e bevande prodotti dall’azienda o, al massimo, da altre aziende locali nel rispetto del principio di filiera corta. Fanno eccezione i prodotti imprescindibili per diete particolari, come quella celiaca in quanto in queste situazioni è coinvolta la salute dei commensali.