Un lavoro soddisfacente? Quello in somministrazione
Il contratto di lavoro in somministrazione è un particolare rapporto di lavoro caratterizzato dal coinvolgimento di tre soggetti distinti: un’agenzia per il lavoro (somministratore); un’impresa, un professionista o, come nel caso di somministrazione di lavoratori domestici, un privato cittadino (utilizzatore); il lavoratore.
Il lavoratore è assunto e retribuito dal somministratore per essere inviato a svolgere la propria attività (cosiddetta missione) presso l’utilizzatore. L’Osservatorio Nazionale di Ebitemp e Formatemp ha condotto una ricerca sulla soddisfazione lavorativa nel nostro Paese dalla quale risulta che gli operatori che hanno un lavoro in somministrazione sono i più soddisfatti. Cerchiamo di spiegarvi il perché.
Nei giorni scorsi nella sede del Cnel a Roma l’Osservatorio Nazionale di Ebitemp e Formatemp ha presentato i risultati della ricerca condotta in tutta Italia per trovare il lavoro soddisfacente. Tra i diversi lavoratori intervistati quelli più contenti sono coloro che sono impiegati nell’ambito della somministrazione.
Pensate che il loro grado di soddisfazione è ben al di sopra della media rispetto al dato riguardante gli altri lavoratori. La ragione risiede nel rapporto con il datore di lavoro.
L’indagine svolta puntava a individuare il livello di benessere nella vita lavorativa delle persone. Sono state coinvolte 22 agenzie di lavoro, che insieme rappresentano il 70% del fatturato riferito al settore. Grazie ai numerosi dipendenti, circa 12mila, che hanno deciso di rispondere alle domande degli intervistatori si è potuto avere un quadro piuttosto preciso. L’indicazione ottenuta, come avrete intuito, è che quello più soddisfacente è il lavoro in somministrazione.
Lavoro in somministrazione, soddisfazioni e criticità
Gli intervistati hanno dichiarato di svolgere un lavoro soddisfacente e di apprezzare in modo particolare il buon rapporto instaurato con le agenzie presso cui i lavoratori vanno in missione. Non mancano certamente le criticità, come ce ne sono in tutte le professioni, ma in generale il livello è elevato.
I disagi sono ridimensionati, ma come potete ben immaginare l’indagine offre un quadro generale senza alcuna specificità. Va segnalata l’insicurezza di poter mantenere il lavoro.
Secondo il rapporto presentato dall’Osservatorio l’identikit dell’operatore in somministrazione più contento della propria professione ha le seguenti caratteristiche: ha un’età media di 40 anni, risiede nel Sud Italia e ha un livello di scolarizzazione piuttosto basso. Sono questi gli elementi che contraddistinguono coloro che ritengono di svolgere con soddisfazione un lavoro in somministrazione. Si tratta di persone, come notate, che pensano di aver raggiunto una buona posizione rispetto alla propria condizione.
Se l’indagine indica il lavoro soddisfacente, in questo contesto c’è anche chi non è pienamente contento dell’attività svolta. Gli esperti impegnati nello studio hanno individuato il profilo degli operatori non particolarmente felici della loro situazione professionale: hanno un’età media di 30 anni, vivono nel Nord Italia e hanno un alto livello di scolarizzazione. Come si intuisce immediatamente è l’opposto dell’identikit precedente. Le loro aspirazioni sono diverse, ma pensano che l’attività costituisca un passo verso altri obiettivi.