Pensione con pochi contributi, ecco chi la può richiedere

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Andare in pensione con pochi contributi è il sogno di tutti. In un contesto di aumento sempre costante dell’età pensionabile potrebbe sembrare un miraggio ma esistono casi particolari per i quali è possibile richiederla.

Inps pensione con pochi contributi

La pensione con pochi contributi esiste davvero?

Ogni anno sentite le parole dei Governi e delle Istituzioni che trattano l’argomento delle pensioni e quasi sempre si tratta di notizie che non vengono accolte con entusiasmo dalle lavoratrici e dai lavoratori. La preoccupazione di tutti riguarda principalmente il fatto che il traguardo tanto desiderato si allontana sempre di più.

Eppure se siete sottoposti a un calcolo che è interamente contributivo potete andare in pensione anche soltanto con 5 anni di contributi. Le deroghe a firma Amato e l’opzione Dini sono alternative valide che vi permettono di andare in pensione con 15 anni di contributi complessivi. Il requisito indispensabile però è quello di avere una base di calcolo interamente contributiva.

Affinché ciò avvenga è necessario che i vostri contributi da lavoro siano stati versati dopo il 1996. C’è poi la soluzione della pensione con 5 anni di contributi ma si tratta di una pensione di vecchiaia. Peraltro l’età per richiederla è piuttosto alta e varia da 70 anni più 7 mesi nel 2018 a 71 anni nel 2019. Per adeguarsi al progressivo aumento della speranza della vita ci sarà un ulteriore scaglionamento di 3 mesi ogni 2 anni, portando dunque l’asticella ancora più avanti.

Potete richiedere la pensione con pochi contributi anche con il cumulo delle somme versate sulla gestione tradizionale e quelle versate sulla gestione separata. Però in questo caso particolare non vi sarà possibile ottenere l’opzione della pensione con 5 anni di contributi.

Un paese di vecchi e di precari

L’Istat ha recentemente pubblicato molti studi che riportano un dato apparentemente positivo, ovvero l’innalzamento della media matematica relativa alla speranza di vita per ciascun cittadino italiano. Tuttavia questo numero cela una trappola gigantesca: la necessità di riformare drasticamente il sistema previdenziale.

In un paese che invecchia sempre più rapidamente le casse dello Stato rischiano di prosciugarsi. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è il dilagare incessante del lavoro precario. La flessibilità non è più legata soltanto alla stagionalità delle produzioni, alle specificità delle attività commerciali e alle esigenze dei consumatori. Oggi il mondo del lavoro è diventato a chiamata, estremamente precarizzato e con il futuro incerto.

I giovanissimi sono diffidenti nei confronti dei piani di accumulo finanziario che prevedono gli accantonamenti per l’ottenimento di pensioni integrative. Quindi si concretizza la prospettiva di andare incontro a un esercito di persone che si troveranno in una situazione di bisogno, con la necessità di ottenere una pensione con pochi contributi.

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