TARI: se vivi in una città del Sud paghi di più

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La tassa Tari viene pagata in tutti i Comuni italiani, ma nelle città del Sud del paese gli importi sono più alti. Tra le dieci località più esose, fatta eccezione per Pisa e Cagliari, figurano centri situati in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

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La tassa Tari più cara

L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha monitorato i costi della tassa Tari, scoprendo che il Mezzogiorno d’Italia è più caro del Nord. Gli esperti dell’ente hanno stilato una classifica delle città. La Campania, con i suoi comuni, risulta la regione più cara con 418 euro all’anno, mentre il Trentino Alto Adige è quella in cui si spende meno: 197 euro. Questi dati derivano da calcoli basati su famiglie di tre persone che vivono in case di proprietà con una dimensione di 100 metri quadri.

La media italiana e le singole città

Nel 2017 l’importo della tassa Tari è rimasto stabile, con una media di 300 euro a famiglia, appena 3 euro in più rispetto al 2016. I capoluoghi di provincia presenti nella lista redatta dall’Osservatorio indicano le grandi differenze tra i vari territori circa gli importi medi pagati dai contribuenti. Belluno è la città più economica con 149 euro annui, mentre Cagliari si attesta come la più cara con 549 euro all’anno. Tra le più costose, dopo il capoluogo sardo, figurano Trani (496), Ragusa (492), Siracusa (486), Salerno (486), Reggio Calabria (459), Benevento (453), Napoli (448), Pisa (447) e Agrigento (432).

Gli incrementi locali

A livello nazionale la media dell’importo della tassa Tari è rimasto pressoché invariato tra il 2016 e il 2017, ma esaminando le singole realtà si notano delle variazioni. In Abruzzo si è registrato un aumento del 6,5%, dovuto soprattutto alla quota annua di Chieti, passata da 270 euro a 338 euro, oltre il 25% di incremento. In realtà va anche detto che in alcuni casi ci sono stati innalzamenti positivi dei livelli di raccolta differenziata. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale si registra un +5%.

La tassa Tari e la raccolta differenziata

In tutte e 20 regioni italiane la raccolta differenziata è in netto aumento, anche se ci sono aree più virtuose, come Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Nella classifica stilata dall’Ispra c’è un fanalino di coda: La Sicilia non ha ancora raggiunto il 20%. Il Molise non si distacca di molto dall’isola, mentre Calabria e Basilicata si distinguono per la crescita del livello di raccolta differenziata. La tassa Tari incentiva il miglioramento del conferimento separato dei rifiuti, sostenendo le spese affrontate dagli enti competenti per raccogliere porta a porta gli scarti delle famiglie italiane nei diversi comuni.

 

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