Chi sono e come lavorano i nomadi digitali?
Chi sono i nomadi digitali
I nomadi digitali sono dei professionisti di un determinato settore che hanno scelto di non legare le proprie prestazioni lavorative ad un singolo luogo ma hanno optato per una vita on the road e lavorano da diversi luoghi del mondo. Come dice il nome stesso, i nomadi digitali svolgono soprattutto professioni online, per le quali non è importante la presenza fisica ma è sufficiente una buona connessione web e un pc per offrire i propri servizi. Inoltre, non si tratta di dipendenti di un’azienda: chi fa smart working non può essere considerato un nomade digitale, categoria che, invece, si contraddistingue per il possesso della partita iva e la capacità di avere una rete di clienti e progetti in corso procurati in modo autonomo.
Cosa fanno e come lavorano i nomadi digitali
Se volete diventare nomadi digitali dovete scegliere il tipo di servizio da offrire alla clientela, che vi consenta di poter lavorare quando volete ma soprattutto dove desiderate. Alcune professioni si sposano meglio di altre a questo scopo, come ad esempio la SEO oppure il content marketing, la gestione dei social e così via: sono tutti mestieri nei quali lo svolgimento dell’attività lavorativa è indipendente dal tempo e dal luogo ma si basa esclusivamente sul raggiungimento degli obiettivi. Lavorare online, però, e in situazioni differenti dal canonico ufficio non deve far pensare ad un impegno minore: i nomadi digitali sono veri e propri esperti della propria materia e ogni giorno convincono i clienti di essere la scelta migliore per le proprie necessità.
Come diventare nomade digitale
Per diventare nomadi digitali occorre un certo lavoro di preparazione perché non è possibile lanciarsi subito in questa avventura senza una buona rete di contatti e di clienti. È indispensabile, infatti, accreditarsi come esperti del proprio settore per comunicare fiducia ai potenziali clienti e convincerli a scegliere i vostri servizi. È fondamentale, inoltre, la partita iva ma inizialmente conviene aprire quella italiana e poi decidere in seguito se aprirne una del Paese nel quale si decide di vivere: di solito questa soluzione è quasi sempre molto conveniente dal punto di vista fiscale.