Ecco cosa succederà al mondo del lavoro con l’arrivo del metaverso
Che cos’è il Metaverso e come può essere sfruttato
Il primo a parlare di Metaverso è stato Neal Stephenson, uno scrittore che nel 1992 ha utilizzato il termine nel suo romanzo Snow Crash, per descrivere un mondo parallelo caratterizzato dalla tridimensionalità all’interno del quale le persone possono vivere, muoversi e interagire grazie ai propri Avatar. Dalla fantasia alla realtà il passo non è certo stato breve ma il primo a capire che il Metaverso sarebbe stato il futuro è stato Mark Zuckerberg che ha creato il visore Oculus. Si tratta di uno strumento che fino a questo momento è stato utilizzato nell’ambito del gioco, da collegare a consolle per un’esperienza a 360 gradi, ma in realtà nel progetto di Zuckerberg c’è quello di potenziare questo strumento al fine di renderlo utile soprattutto nell’ambito del lavoro. In particolare durante e dopo la pandemia da Coronavirus, le aziende hanno capito che deve essere immaginato un nuovo modo di vivere gli spazi e il tempo di lavoro e certamente in questo senso il Metaverso potrà dare un importante contributo.
Metaverso e mondo del lavoro: cosa cambierà?
Ma a proposito del rapporto fra Metaverso e mondo del lavoro, cosa cambierà nello specifico? Gli ultimi anni hanno portato alla luce la necessità per le aziende di contenere le spese per la gestione delle sedi fisiche, allo stesso tempo i lavoratori desiderano ritmi di lavoro che siano più conciliabili con la vita personale. La soluzione a queste due pressanti richieste potrà essere proprio il Metaverso che permetterà di azzerare le distanze fisiche e di far interagire persone che lavorano magari nella stessa impresa ma in nazioni differenti. Precedentemente per partecipare a riunioni aziendali oppure a corsi di formazione era necessario recarsi fisicamente in un posto oppure seguire l’evento online, ma in entrambi i casi i disagi non erano pochi. Con il Metaverso, invece, sarà possibile simulare in modo quasi perfetto la partecipazione fisica, accanto agli avatar dei colleghi, di fatto eliminando quella sensazione di freddezza che è tipica degli strumenti virtuali e garantendo un livello di interazione mai possibile prima.