La pausa sigaretta sottrae al lavoro 6 giornate ogni anno. Lo ha rilevato un’azienda giapponese, che ha deciso di regalare altrettanti giorni di ferie extra ai suoi dipendenti non fumatori. Quando accadrà in Italia?
Chi fuma lavora 6 giorni in meno
La pausa sigaretta per molti lavoratori è una piacevole abitudine, ma non va d’accordo con l’ufficio perché diminuisce la produttività. Chi fuma interrompe spesso le proprie mansioni per concedersi qualche tiro, così lavora ogni anno 6 giorni in meno di quanto dovrebbe. Mentre in Italia i salutisti continuano a lavorare quando i colleghi fumatori sono in pausa, in Giappone le cose vanno diversamente. L’azienda informatica Piala Inc ha deciso di regalare 6 giorni di ferie extra ai suoi dipendenti nemici dell’accendino. La notizia è stata accolta con soddisfazione dai sindacati, che da tempo si stavano battendo per chiedere il riconoscimento verso il maggiore impegno offerto dai lavoratori senza il vizio del fumo.
In Giappone chi non fuma va in ferie, in Italia lavora per i colleghi in pausa
Ancora prima che dai dirigenti, la pausa sigaretta è stata attaccata da un dipendente della compagnia, che aveva lasciato un messaggio sulla bacheca aziendale dove accusava il break di creare problemi al lavoro. La critica non è passata inosservata all’azienda, che ha calcolato il tempo medio della pausa sigaretta nei suoi uffici. Lo ha stimato in 15 minuti, più del previsto poiché si trovano al 29° piano di un grattacielo ed è necessario più tempo per uscire all’aperto. Per garantire parità di trattamento, i dirigenti hanno deciso di regalare 6 giorni di ferie ai dipendenti non fumatori. In Italia nessuna azienda ha ancora preso un’iniziativa simile, eppure sarebbe utile visto che ci sono quasi 12 milioni di fumatori.
Il Giappone combatte i fumatori, l’Italia spende 25 miliardi per curarli
Nell’inchiodare la pausa sigaretta, l’azienda premia i suoi dipendenti virtuosi e spera che il suo comportamento ne incentivi altri simili. Il Giappone è conosciuto per la strenua lotta contro il fumo, persino il sindaco di Tokyo lo ha vietato da luglio nei luoghi pubblici in vista delle “Olimpiadi 2020”.
All’Organizzazione Mondiale della Sanità non è sfuggito il lodevole comportamento del Giappone, ai primi posti nella lista mondiale dei Paesi che combattono le sigarette. Secondo l’ultimo studio dell’UE, gli italiani sono tra gli europei quelli che fumano meno, il 22% contro la media del 28%, eppure il sistema sanitario spende per loro ben 25 miliardi di euro ogni anno. Quanto costerà il loro vizio ai datori di lavoro, che li pagano anche per le pause extra?