Giornata della costituzione Italiana: quali sono i diritti dei lavoratori?
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Lo dice l’art.1 della nostra Carta Costituzionale: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Ma a quasi sessant’anni dalla sua entrata in vigore, quali sono effettivamente i diritti dei lavoratori italiani?
Non c’è alcun dubbio che il sistema italiano abbia costruito nel tempo un assetto normativo capace di offrire garanzie e tutele giuridiche ed economiche in grado di rendere l’Italia un modello avanzato di stato sociale.
L’attuale scenario è in qualche modo il risultato di evoluzioni legislative che in questi ultimi anni si stanno mostrando non più idonee ad inserirsi in un mondo del lavoro notevolmente cambiato. Se da un lato infatti, continuano a permanere misure calibrate su un mondo del lavoro “stabile” (come quelle contenute nello Statuto dei lavoratori), dall’altro sono state introdotte leggi, dalla cosiddetta Legge Treu in poi, che non appaiono capaci di garantire in maniera altrettanto forte coloro che non possono godere di una posizione lavorativa stabile.
Questa contraddizione è forse oggi quella di maggiore rilevanza quando si tratta dei diritti dei lavoratori. Su un fronte, infatti, esistono figure contrattuali garantite in tema di licenziamento, diritto alle ferie e alla malattia – per citare le tutele principali – dall’altra, sono state introdotte numerose figure che non offrono una serie di diritti minimi.
Il paradosso che attualmente il nostro sistema conosce è determinato dalla convivenza di lavoratori che, in molti casi, pur svolgendo lavori simili e, in alcune situazioni, pur ricoprendo le stesse mansioni, non godono degli stessi diritti e delle stesse prerogative in termini di tutele.
Questo tipo di analisi è ovviamente proiettata al solo mondo del lavoro dipendente. Se si amplia lo sguardo alle libere professioni, la situazione appare ancora più slegata dall’attuale contesto economico. In passato il mondo del lavoro era proiettato a modularsi sulla componente maggioritaria, che era appunto determinata dal lavoro dipendente, mentre il mondo del lavoro autonomo, prevalentemente formato dalle libere professioni e da imprenditori, si mostrava capace di autogarantirsi al di là di specifiche previsioni contrattuali.
Oggi la situazione è cambiata e meriterebbe di essere affrontata con maggiore incisività. L’attualità infatti, racconta di un mercato del lavoro sempre meno orientato al lavoro dipendente a causa di una forte instabilità e che si mostra sempre più caratterizzato da figure nuove di lavoro autonomo. Rispetto al passato però, questi nuovi attori del mondo del lavoro sono spesso titolari di redditi medio-bassi e, in assenza di garanzie specifiche, rischiano non solo di apparire, ma di essere soggetti svantaggiati sul piano delle tutele e delle garanzie sociali.