Carta SIA, un sostegno contro la povertà che in pochi conoscono

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La carta SIA è il nuovo beneficio economico che lo Stato riconosce alle famiglie povere, a condizione che almeno un componente sia minorenne oppure diversamente abile o che ci sia una gravidanza accertata.

La carta SIA

Il Sostegno per l’Inclusione Attiva  è la nuova misura disposta dal Governo per aiutare le famiglie in condizione di povertà. La carta SIA non serve solamente a erogare i fondi, ma rappresenta un accordo tra lo Stato e i beneficiari. Chi riceve i fondi ha l’obbligo di aderire a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. I servizi sociali comunali coordinano scuole, servizi sanitari, centri per l’impiego e organizzazioni del terzo settore che forniranno il supporto.

La famiglia

Il nucleo familiare presenta la sua condizione e gli addetti del Comune provvedono a preparare con i componenti della famiglia un percorso per rispondere ai bisogni rappresentati. Il lavoro dovrà essere svolto da entrambe le parti, quindi i beneficiari parteciperanno a corsi di formazione, frequenteranno la scuola o eventuali terapie sanitarie, prendendo parte a incontri periodici con assistenti sociali e operatori del terzo settore.

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La legge

A determinare le regole da applicare alla carta SIA è il Decreto interministeriale del 26 maggio 2016. La normativa è stata sperimentata nelle maggiori città italiane e ora è disponibile sull’intero territorio nazionale. L’istanza per ottenere il supporto deve essere presentata dalla famiglia interessata e saranno quindi le amministrazioni comunali a valutare il possesso dei requisiti, ampliati con il Decreto interministeriale del 16 marzo 2017, che sostituisce altresì il Reddito di inclusione.

La richiesta e la concessione

Un componente della famiglia interessata compila un modulo fornito dall’Inps e lo consegna al Comune di residenza. Nel documento per l’istanza della carta SIA è necessario riportare dati e indicazioni volti a dimostrare il possesso dei requisiti. Infatti la valutazione della domanda viene fatta da funzionari che per prima cosa devono verificare se la famiglia rientra nei criteri pervisti per la concessione dei benefici. Non basta il modulo, ma il primo controllo viene fatto sulla Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini ISEE.

I requisiti

L’accesso al beneficio viene concesso ai cittadini italiani o dell’Unione europea con regolare diritto di soggiorno in Italia, almeno da 2 anni. All’interno del nucleo famigliare ci deve essere un minore o un disabile oppure una donna in gravidanza accertata. L’ISEE deve essere pari o uguale a 3 mila euro. Inoltre non si devono possedere veicoli con meno di 12 mesi di immatricolazione o con cilindrata superiore a 1300 cc. La carta SIA, se i requisiti sono rispettati arriva dopo circa un mese.

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